Beata Riccadonna da Cremona
LA SANTISSIMA ANNUNZIATA DI FIRENZE . . . . . . home


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BUONA PASQUA DI RESURREZIONE!

La discesa agli inferi, di Cristoforo de’ Predis, 1476, Biblioteca Reale di Torino.


I FIORENTINI E L'AVE MARIA
del p. Raffaele M. Taucci


Da L’Ave Maria a Firenze: ... "Una preghiera tanto cara e tanto ripetuta da tutti …”
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GADIO ALLE FESTE DI SAN GIOVANNI (FIRENZE 1514)

Stazio Gadio, mantovano, a Firenze il 24 giugno 1514, di sabato ...
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UN PO' DI CRISTIANA GIOVINEZZA

Inizia con un vecchio “santino” di una ordinazione sacerdotale del 18 dicembre 1943 ...
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IL LUME CHE NON CADDE

Una bella storia del beato Gioacchino Piccolomini (1259-1305) ...
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I SETTE UOMINI IN SOLITUDINE

Da un brano degli Annali dei Servi di Maria di gran finezza psicologica e intelligenza ...
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L'EMANCIPAZIONE DEI LAVORATORI
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"IL DI' DEL SABATO"
DI MAURIZIO CAVALLINI

Una bella ricerca del 1923 di mons. Maurizio Cavallini di Volterra ...
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IL TEATRO CATTOLICO
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Giuseppe Ellero nei suoi drammi cristiani

Giuseppe Ellero – forse il maggiore dei drammaturghi cristiani che onorarono in il Teatro Filodrammatico Italiano ...
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MEDICI E ASBURGO
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ITINERARIO DI UN'ANNUNCIAZIONE
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Siamo nell’ambito delle indagini sulla mentalità e la sensibilità religiosa nel tardo medioevo ...
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IL CROCIFISSO
DELLE MISERICORDIE

Riportiamo un articolo del periodico La SS. Annunziata di Firenze del maggio 2003 ...
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RICCIO VERSUS MONTORSOLI
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Fu uno degli uomini più potenti in Toscana: il “maggiordomo” sacerdote Pierfrancesco Riccio ..."
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UN RELIGIOSO DAVVERO SPECIALE
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“1614. Il 9 marzo di quest’anno è morto nell’eremo di Montesenario fra Lotaringo laico (= converso) ..."
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LE IMMAGINI DI S. MICHELE
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LA COMPAGNIA
DI SAN LORENZO DEI SERVI
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Eremiti e santi a Monteluco di Spoleto, luogo sacro già al tempo degli antichi romani ...
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MADONNINA DI PERUGIA
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L’immagine di Santa Maria delle Grazie di Perugia adorna la terza colonna della navata centrale della cattedrale di San Lorenzo ...
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LA SS. ANNUNZIATA
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[…] Luglio 2019, terza puntata sulle vicende della copia. Si tratta del brano di una lettera del 13 maggio 1679 ...
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OTTO MIRACOLI
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DOLCE SGUARDO DI MADONNA

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DEVOZIONI DI IERI E DI OGGI
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Nel periodico “La SS. Annunziata di Firenze”, 3, maggio-giugno 2001 scrivevo l’articolo La benedizione dei fiori ...
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IL GIUBILEO DELL'ANNO 1300
GIOVANNI VILLANI, DANTE ALIGHIERI E ...
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IL CARRO TRIONFALE DI MARIA
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L'INGANNEVOLE DEA DI MADRID E SAN NICOLA
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URBANO VI, L'ANNUNZIATA E L'INNO DELLA VISITAZIONE

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IL CORO E IL POZZO DELLA SS. ANNUNZIATA TRA 1549 E 1551

Lavori alla chiesa della SS. Annunziata tra il 1449 e il 1551: al coro e ai corali e al pozzo ...
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LE POESIE DELLO SCHEMA DI RABANO MAURO (IX SECOLO)

[Traduzione] “Dai una rapida occhiata a De laudibus sanctae crucis (Elogio della Santa Croce) ...
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UN FIGLIO DI MONNA LISA IN UNA NOTA DELL'ANNUNZIATA

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FUOCHI NEL MAGGIO 1590

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L'ECONOMISTA SAN BERNARDINO
Le prediche, il denaro, la diffusione del culto

Bernardino Albizzeschi nacque a Massa Marittima l’8 settembre 1380 ...
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MARIA "RIPOSO" DEL SABATO (traduzione)

Traduzione di Jean Mabillon, Praefationes Actis Sanctorum Ordinis S. Benedicti - V saeculum Benedectinum (Premessa agli Atti dei Santi dell’Ordine di San Benedetto - V secolo benedettino), Rouen 1732 ...
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IL PRIVILEGIO DI AVERE
UNA COPIA DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA

Nella seconda metà del Cinquecento l’Immagine della SS. Annunziata di Firenze fu sempre più ammirata e le sue copie richieste ...
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MONTORSOLI E CASALI
A MADRID

Del p. Giovannangelo M. Montorsoli scultore e architetto la riproduzione digitalizzata di alcuni suoi disegni conservati nella Biblioteca Nacional di Madrid ...
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IL BEL PROFILO DI UNA DOLCE MADONNA DI DONATELLO

Nell’osservare le rappresentazioni della Madonna con il Bambino non sfugge in certe opere la bellezza, o meglio, l’amabilità dei sentimenti espressi.
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LE SEPOLTURE DI COSIMO E DELLA FAMIGLIA ROSSELLI
ALLA SANTISSIMA ANNUNZIATA DI FIRENZE

Il libro «Cosimo Rosselli. Tre restauri» edito a cura dell’Accademia delle Arti e del Disegno ...
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LA SS. ANNUNZIATA DI FIRENZE
A CASPERIA

Casperia è un borgo della Sabina Tiberina in provincia di Rieti ... Non sorprende però trovare in questo luogo una chiesa dedicata alla SS. Annunziata ...
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IL “SALTERO” DELL’ABATE
LA MADONNINA DI STEFANO DELLA BELLA

Recensione scritta con più di tre secoli di ritardo al libro “SALTERO o vero CANZONI SACRE in onore della MADRE VERGINE” di Pietro Migliorotti vallombrosano ..."
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Gli articoli e la vecchia pagina del 2018 sono ... qui

BEATA RICCADONNA
DA CREMONA

La beata Riccadonna – dal bellissimo nome – fu terziaria dei Servi di Cremona. Passò a miglior vita il 29 luglio 1451, lo stesso anno delle consorelle Beatrice e Monica. Assieme a loro, – il dubbio è d’obbligo perché il fatto non è documentato direttamente – dovette esser vittima della “peste magna” che fece circa trentamila morti a Milano.
Di lei rimane il ricordo solo nei repertori dei Servi. Ai suoi tempi scrisse in terzine dantesche nei Trionfi (XI, 140-141) il padre Gasparrino Borro (+ avanti 1498):
In questo mundo se nutriva in pianto.
Questa fugì dil ciel le grave offese;
portava nel suo cuor tre dolci dardi,
che nel divin voler sempre l’accese
.

Appaiono però questi versi quasi enigmatici. Sono parzialmente spiegati negli Annales dell’Ordine (I, 485-486) con la traduzione in latino dello studente adolescente fra Michelangelo Gosio di Roma professo:
Fletibus invigilans vixit, cælique frequentes
Impavido sprevit pectore Diva minas.
Quin tres accenso gestavit corde sagittas,
Quas dio (diu) summus igne cremavit Amor.
Flumina magnanimo sic pectore gessit , et ignes,
En tibi lympha (lympida), ignes: diligit ignis aquas
.
(tra parentesi le parole riportate in un’altra versione).

Infatti, facendo la ri-traduzione, si trova solo una modesta coincidenza con i versi del padre Borro e una miglior definizione della figura spirituale della beata:
La santa visse vegliando di notte in lacrime,
E disprezzò con cuore impavido le frequenti offese del cielo
Tanto che nel cuore acceso resse tre frecce;
Le quali (per lungo tempo) il sommo Amore incendiò con il fuoco
Con cuore generoso gestì così i fiumi e gli incendi;
ecco a te, o limpida fonte, l’incendio: il fuoco ama le acque
(= lacrime).

Ovvero Riccadonna fu beata perché fu “vittima” dell’amore di Dio, operante in lei tramite un tormento interiore e un generoso impulso teso ad addolcirlo o spegnerlo con la penitenza, se si usa la metafora del fuoco e si pensa alle acque come al pianto. Paradossi del cattolicesimo, nel quale il dramma diventa beatitudine!
Ma non fu solo un cammino di perfezione personale. Si può pensare anche che i tempi contingenti fossero cristianamente tremendi. Corruzione e violenza allora dissolvevano il medioevo: basti dire che nel 1446, Cremona fu accerchiata dalle truppe dei condottieri Francesco Piccinino e di Luigi dal Verme al soldo di Filippo Visconti e che la città fu soccorsa dai Veneziani con l’invio di un altro capitano, Scaramuccia da Forlì, che riuscì a liberare la città.
La peste infierì cinque anni dopo. E a questo riguardo, nel campo del simbolismo, si può fare un logico parallelo tra le frecce di Riccadonna e quelle che nelle rappresentazioni di San Sebastiano sono usate per indicare le trafitture del morbo. Verso la metà Quattocento infatti il culto del santo martire ebbe una gran diffusione, testimoniata da tante richieste di immagini e oratori da parte di Comuni e autorità – documentate –, oltre che di privati. Anche la cappella di San Sebastiano alla SS. Annunziata dovette esser fatta costruire nel 1452 da Antonio Pucci per devozione e supplica di protezione dalla tremenda piaga.

Su Riccadonna, in epoca successiva, l’autore del Diario mariano (1848, VII) aggiunge alla biografia qualche particolare devoto:
“Sin dalla sua fanciullezza ella si dimostrò assai tenera verso la gran Madre di Dio; e la felice bambinella non cogliea fiore che nol portasse all’altar della Vergine, non vedea facella che non l’accendesse in onore di lei. Senza aver sentito quanto sia fiero il morso dell’infernale serpente” si vestì dell’umile abito di terziaria. Volle far albergare nel suo cuore il Redentore Divino che le si mostrò tenendo nella mano destra tre frecce infuocate. E quelle il Redentore le lanciò verso di lei, accendendole il “cuore in purissime fiamme”. Riccadonna “non cessava di darle in graditissimo cibo la penitenza. E piangeva dì e notte la buona serva di Maria, or guardando a quell’infinità Bontà che offendono i peccatori, or guardando quella infinita miseria in cui si precipitano”.
Resta immutato nell’Ottocento devoto il caratteristico simbolo delle frecce. Ci sembra, però, che si conforma in modo migliore al suo ottimo genitore – Sant’Agostino – e al seguente brano delle Confessioni (9, 2.3):
“Ci avevi bersagliato il cuore con le frecce del tuo amore, portavamo le tue parole conficcate nelle viscere, e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi, da morti vivi, ammassati nel seno della nostra meditazione erano fuoco che divorava il profondo torpore, per impedirci di piegare verso il basso ...”.

Dispiace trovare oggi poche immagini della beata Riccadonna. Una di queste appartiene a un niello (placca d’argento) della coperta del Mare Magnum, raccolta di privilegi papali all’Ordine dei Servi di Maria (1488), conservata alla SS. Annunziata di Firenze (v. la riproduzione nella testata).
Un disegno moderno di Mario Barberis nel Giardino di Maria del p. Roschini (qui sotto) invece precede la sua biografia al 29 agosto, giorno della morte.

Paola Ircani Menichini, 18 aprile 2020. Tutti i diritti riservati.